Giulia Capanni, dottoranda e collaboratrice dell’azienda Lucy in the Sky, partecipa al progetto FABER con un’iniziativa che unisce intelligenza artificiale e gestione delle risorse umane. Il suo lavoro si concentra sull’ottimizzazione del processo di onboarding nelle PMI, sviluppando soluzioni ibride che combinano automazione e interazione umana per migliorare la fidelizzazione dei dipendenti. Questo progetto dimostra come il trasferimento tecnologico possa trasformare la ricerca accademica in strumenti concreti per sostenere la competitività aziendale.
Qual è la storia della tua partecipazione al bando FABER?
Mi sono laureata a febbraio in Ingegneria Gestionale, sia alla triennale che alla magistrale, con il professor Mario Rapaccini, che si occupa di gestione dell’innovazione. Nella tesi mi sono concentrata sui temi della servitizzazione, ovvero l’integrazione di offerte e soluzioni di servizi in aziende che nascono come manifatturiere, quindi dedicate esclusivamente alla vendita di prodotti. Dopo la laurea, pensavo di proseguire con un dottorato accademico, ma mi sono resa conto che un percorso tradizionale avrebbe potuto limitare le mie scelte future. È stato il professor Rapaccini a parlarmi del bando FABER. Sentivo che partecipare mi avrebbe permesso di fare un’esperienza professionale utile sia per progredire nella ricerca sia per entrare più concretamente nel mondo aziendale.
Ci racconteresti il tuo progetto?
La spinta principale è venuta dagli obiettivi del progetto FABER: aumentare la competitività delle piccole e medie imprese (PMI). Lavoro in un’azienda, Lucy In The Sky, che si occupa di consulenza per fornire servizi innovativi alle PMI. Abbiamo analizzato i trend digitali e tecnologici del mercato e individuato l’intelligenza artificiale come un settore di grande potenziale per portare valore alle PMI.
Ci stiamo concentrando su come l’AI può supportare l’innovazione e la competitività aziendale, in particolare nei processi di gestione delle risorse umane (HR). Tra i vari processi, abbiamo scelto di focalizzarci sull’onboarding, ovvero la fase iniziale in cui un nuovo dipendente entra in azienda, viene accolto e formato.
Stiamo sviluppando una soluzione ibrida che combina la cura delle relazioni umane con percorsi automatizzati, sfruttando strumenti di AI. Durante la fase di mappatura, abbiamo escluso l’idea di concentrarci sulla selezione del personale, perché esistono già strumenti efficaci per quella parte. L’onboarding, invece, è spesso trascurato, soprattutto nelle PMI, e se non gestito bene, può portare alla perdita di talenti, con costi diretti e indiretti significativi.
Qual è per te il valore del trasferimento tecnologico?
La ricerca universitaria è sempre all’avanguardia, ma spesso manca di applicazioni pratiche. Il trasferimento tecnologico consente di portare questa conoscenza avanzata nelle aziende, favorendo un’innovazione aperta. Inoltre, grazie al contatto con l’università, ho l’opportunità di raccogliere dati direttamente in azienda e di osservare concretamente come le teorie si applicano alla realtà. È un processo bidirezionale in un’ottica di open innovation: la conoscenza passa dall’università alle aziende e viceversa.
In che modo questo percorso sta aiutando il tuo sviluppo professionale?
Anche solo il titolo di dottorato ha un valore significativo sia in Italia sia all’estero. Tuttavia, un dottorato tradizionale è spesso meno trasversale e più orientato alla ricerca. Essendo un’ingegnera gestionale, per me la trasversalità è fondamentale. Questo percorso mi sta dando la possibilità di esplorare diverse strade e di capire meglio cosa mi piace e in quale direzione voglio andare.
Quali sono le sfide per il futuro?
Durante le mie ricerche, ho notato che solo il 5% delle PMI utilizza l’intelligenza artificiale, e quasi esclusivamente per attività di base, come la raccolta di documenti tramite strumenti tipo ChatGPT. Le sfide più grandi riguardano la trasformazione digitale intelligente. Questo settore si sviluppa rapidamente, e le PMI, che già faticano a innovare, dovranno adattarsi in tempi brevi. Un elemento cruciale sarà investire sulle competenze, dando alle persone la possibilità di formarsi per restare al passo con i cambiamenti.