Tornano le interviste ai protagonisti del Progetto Faber: aziende e ricercatori che credono nell’innovazione del trasferimento tecnologico e concretamente creano ponti tra il sapere università e il mondo delle piccole e medie imprese. Iniziamo da Manuel Salvi e Fabio Biffoli, tutor aziendale e ricercatore di Materia Firenze Lab. Scopriamo insieme la loro esperienza e il loro progetto di innovazione nel settore della galvanica.
Ciao Manuel, ciao Fabio. È un piacere conoscervi. Vi andrebbe di raccontarci la storia della vostra partecipazione al Progetto Faber?
F.B.: Personalmente sono entrato in contatto con Faber 4 attraverso il prof. Massimo Innocenti. Durante la mia laurea magistrale ho intrapreso un percorso di tirocinio all’interno del suo Gruppo di Ricerca. Ero sia interessato alla possibilità di continuare la mia formazione con un dottorato di ricerca sia a quella di inserirmi in un contesto lavorativo. Dopo aver saputo della possibilità di partecipare al bando, ho inviato una mail per il colloquio in azienda. Un’occasione per poter unire due mondi di mio interesse.
M.S.: Certamente, anche nel caso di Materia Firenze Lab il ruolo del prof. Massimo Innocenti è stato cruciale. Avendo la sua figura come ponte, come intermediario, siamo stati “accelerati” nella conoscenza del bando. Ci siamo candidati e, una volta selezionati, abbiamo scelto Fabio. Il suo inserimento ha offerto all’azienda un grande potenziale di innovazione.
Un ottimo match. E qual è l’obiettivo del progetto che realizzerete insieme?
F.B.: Il fine del mio progetto di ricerca è l’ottimizzazione della filiera produttiva. Un percorso focalizzato quindi non sulla produzione di nuovi prodotti, ma di metodologie volte a testare delle sostituzioni. Nello specifico, il progetto si divide in tre aree:
- Un processo di innovazione legato agli strati barriera, finalizzato alla riduzione dell’utilizzo di alcuni metalli. Tale intervento è focalizzato in particolar modo sul palladio e il nichel, volgendo lo sguardo verso una futura produzione nichel-free, sempre più richiesta per la salute delle persone.
- Lo sviluppo di simulazioni al computer che riproducendo digitalmente i processi consentono di avere numerosi vantaggi in termini di sostenibilità economica e ambientale
- La creazione, in linea con gli obiettivi dell’industria 4.0., di sistemi centralizzati per seguire l’intero processo produttivo
Qual è per voi l’importanza del trasferimento tecnologico?
M.S.: È cruciale. Aumenta il livello e la tecnologia di un’intera azienda. Far crescere l’impresa ha un valore duplice. Implica lavorare sia sull’apertura verso nuove nicchie e nuovi mercati sia contribuire alla formazione e alla crescita delle persone che fanno parte dell’azienda, attraverso uno scambio di competenze e l’attivazione di forme di collaborazione.
F.B.: Da un punto di vista universitario, è un processo davvero rilevante. Si può infatti parlare di trasferimento tecnologico anche per l’università. Gli studenti possono lavorare su “dimensioni aziendali”, ovvero uno scale-up di ciò che normalmente prevede un laboratorio di ricerca. È fondamentale per dare l’imprinting a un progetto e sviluppare metodologie applicate a più contesti.